Gerardo Sasso

 Fra le diverse colonie impiantate dai mercanti di Amalfi sulle coste siro-palestinesi, quella di Gerusalemme era una delle più popolose: qui il nobile amalfitano Mauro de Comite Maurone edificò a proprie spese tra il 1048 e il 1070 un ospedale dedicato a San Giovanni Battista e retto da monaci benedettini provenienti dal Ducato di Amalfi e da aree monastiche limitrofe. L’ospedale era attiguo al monastero di Santa Maria Latina, ricostruito dagli Amalfitani dopo il 1014 col permesso del califfo Monstafar Billah e, intorno al 1084, ampliato con la costruzione di uno xenodochium per l’accoglienza e il ristoro dei pellegrini in visita al vicino Santo Sepolcro. Proprio questa struttura vide come primo priore un monaco benedettino, Fra Gerardo Sasso, un uomo di provata santità e dotato di uno straordinario talento organizzativo, proveniente da Scala, dove nacque nel 1040 circa, e appartenente alla nobile famiglia dei Sasso o de Saxo.
Gerardus de Saxo potrebbe essersi formato alla scuola monastica amalfitana del monastero dei SS. Benedetto e Scolastica della diocesi di Scala e si sarebbe recato per servizio presso l’ospedale di San Giovanni Battista di Gerusalemme. Nel corso della prima crociata, i monaci di San Giovanni si prodigarono per aiutare i feriti e i moribondi appartenenti ad entrambe le fazioni contendenti. Il nome di Fra Gerardo fu subito legato ad alcuni episodi miracolosi.  
  Durante l’assedio di Gerusalemme, Gerardo, sapendo che nell’esercito cristiano c’era una gran fame, gettava dalle mura della città, di nascosto, una gran quantità di pane ai cristiani. Una volta fu scoperto dagli infedeli e accusato al governatore di Gerusalemme, il quale, benché infedele, stimava quell’uomo per la gran bontà e carità che dimostrava. Quindi disse ai suoi soldati di prelevarlo e condurlo a lui, se lo avessero visto un’altra volta gettar pane ai cristiani. Gerardo fu scoperto un’altra volta con la veste piena di pane pronto ad aiutare i cristiani; senonché, condotto davanti al governatore per essere stato colto sul fatto, aprendo la veste quei pani miracolosamente si trasformarono in pietre. L’ordine di San Giovanni ben presto ebbe a che fare coi Turchi i quali, devastando l’Oriente, assalirono gli Arabi in Palestina, trucidarono la guarnigione di Gerusalemme, saccheggiarono la Città Santa e l’ospedale, malmenando i pellegrini e gli ospedalieri e ponendo in carcere lo stesso Fra Gerardo. Ma questi ne uscì più forte; e nella prima crociata eccolo con la spada e col vessillo di Cristo, alla testa dei confratelli, nell’assalto di Gerusalemme il 15 luglio del 1099.
Dopo la conquista di Gerusalemme, mandato da Goffredo di Buglione come ostaggio ad Asor, soffri la tortura e il tormento della croce, quasi fino alla morte. Ma, ritornato a Gerusalemme, sciancato e rotto nella persona, riprese subito il suo dovere di soccorrere nell’ospedale feriti e malati. Lo stesso Buglione, nel visitare la prima volta quell’ospedale, rimase meravigliato per le opere di carità e volle anch’egli contribuire con donazioni al mantenimento di quell’ordine.  
  Nei primi anni del XII secolo Gerardo Sasso fondò l’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, approvato dal Patriarca di Gerusalemme e poi confermato dalla Santa Sede in un Concilio mediante Bolla del 15 febbraio 1113 a firma del Papa Pasquale II. Con la Bolla del 19 giugno 1120 del Papa Callisto II e indirizzata al “venerabili filio Geraudo, institutori ac preposito Hierosolymitani Xenodochii, eiusque legittimis successoribus in perpetuum”, il Sommo Pontefice riconfermò i privilegi ed i possedimenti dell’Ospedale di Gerusalemme e la Bolla Pontificia del 1113 di Pasquale II ponendo l’Ordine di San Giovanni sotto la protezione della Chiesa.
La regola che Gerardo diede ai suoi può così essere sintetizzata: povertà, obbedienza e castità, assistenza agli infermi, ai pellegrini ed ai crociati e difesa della fede. I cavalieri dell’Ordine fondato da Gerardo Sasso, dunque, avevano il compito di accudire gli infermi e gli ammalati in tempo di pace, mentre in tempo di guerra combattevano in difesa della causa cristiana. Il loro abbigliamento era costituito da una tunica nera coperta da una croce bianca ad otto punte quando servivano nell’ospedale, altrimenti la tunica era rossa. Il loro vessillo consisteva nella croce bianca o d’argento, antico simbolo civico di Amalfi, presente fin dall’XI secolo sui tarì della Repubblica. Le otto punte starebbero ad indicare le otto beatitudini teologali secondo San Matteo.  
  Fra Gerardo morì probabilmente il 1° luglio del 1120 e successivamente dichiarato Beato dalla Chiesa. I suoi resti mortali, dopo la caduta di Gerusalemme, furono portati prima a Rodi, poi a Cipro, a Malta ed infine nel 1334 nel castello di Manosque in Provenza, ma la Rivoluzione francese devastò la sua tomba. La Chiesa festeggia la sua memoria liturgica il 13 ottobre.

La tradizione attribuisce a Gerardo questa profezia:

“La nostra confraternita sarà eterna, perché il terreno nel quale questa pianta affonda le sue radici, è la miseria del mondo; la nostra confraternita durerà finché piacerà a Dio che vi siano degli uomini disposti ed impegnati a ridurre questa miseria e a rendere più sopportabile la sofferenza”.

La sua eredità è oggi raccolta dal Sovrano Militare Ordine di Malta che lo venera quale “beato” e fondatore.

Successore di Gerardo Sasso di Scala fu Raimondo del Poggio, il primo che commutò il titolo di Priore per quello di Gran Maestro e militarizzò completamente l’ordine. Nel 1259 il pontefice Alessandro IV autorizzò i cavalieri di S. Giovanni ad indossare durante le battaglie una sopravveste rossa con la croce ottagonale, coperta da una clamide nera, sulla cui spalla sinistra vi era la medesima croce bianca

 
  Costretti a lasciare Gerusalemme a causa della presenza dei turchi, i cavalieri di S. Giovanni si trasferirono nel 1310 nell’isola di Rodi per cui presero il nome di Cavalieri Rodiani. In seguito ai nuovi ripetuti assedi dei turchi contro l’isola, nel 1522 i cavalieri dovettero capitolare e otto anni dopo si stabilirono definitivamente sull’isola di Malta. concessa in feudo da Carlo V nel 1530, difendendola lungamente dalle scorrerie dei turchi e dei Corsari. Malta divenne per quasi tre secoli il teatro di nobili imprese ed il baluardo della Cristianità. Ancora oggi sopravvive il “Sovrano Militare Ordine di Malta”, che ha come emblema la croce bianca ad otto punte di Amalfi in campo rosso.
 I testi sono tratti da:

G. Gargano, Scala e il Beato Gerardo da Magistrati e Monaci Cavalieri del Ducato di Amalfi medievale

A. D’Antuono, Gerardo Sasso e l’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme da Amalfi l’antica repubblica marinara

Centro Cultura e Storia Amalfitana, Cavalieri Ospedalieri da Amalfi la città famosa la città da scoprire